Cosa sente il piccolo nella pancia? Quando inizia a sentire? Cosa capisce?
Tutti, mamme o meno, ci siamo fatti queste domande.
Nei primi anni ’50 del secolo scorso, il prof. Alfred Angelo Tomatis, otorinolaringoiatra, ha iniziato a porsi le stesse domande e, dopo approfondite ricerche, ha trovato numerose interessanti risposte.
Al ventottesimo giorno di vita intrauterina, nell’embrione alcune cellule registrano la sua posizione nella cavità uterina: sono il primo abbozzo della parte più antica dell’orecchio, l’organo dell’equilibrio.
Alla ventesima settimana, la coclea, deputata all’analisi dei suoni, è completamente formata e inizia a percepire. Inizialmente però percepisce soltanto i suoni acuti perché soltanto le cellule che ricevono i suoni acuti sono funzionanti, le altre matureranno progressivamente verso la percezione dei suoni sempre più gravi, processo che terminerà alla pubertà. A quell’età infatti non ci sono più voci bianche!
Quindi il piccolo nella pancia, dal IV° mese, ascolta con particolare sensibilità i suoni acuti, mentre quelli gravi sono come attutiti: d’altronde se percepisse bene i suoni gravi impazzirebbe frastornato dalla pompa cardiaca, dal mantice del respiro, dai movimenti idraulici dell’intestino!
E la voce della mamma? Gli arriva attraverso la vibrazione delle ossa della colonna vertebrale e del bacino che funziona come una cassa di amplificazione dei suoni dai 3000Hz in su. Nella pancia non funziona l’ascolto dei suoni attraverso l’aria come dopo nati: le orecchie sono immerse nel liquido amniotico perciò il piccolo sente soltanto attraverso le vibrazioni che vengono trasmesse al suo organo dell’udito tramite le ossa del cranio.
Gli studi scientifici dimostrano che l’ascolto di musica durante la gravidanza, migliora lo sviluppo del nascituro sotto numerosi aspetti (immunologico, metabolico, comportamentale, ecc…) grazie all’effetto di rilassamento e di modificazione ormonale che avviene nella gestante.
Parlare con voce tranquilla e rassicurante “al pancione” ha un effetto pacificatore e di benessere per il feto.
Se dovessero esserci delle difficoltà durante lo sviluppo intrauterino, una nascita prematura, o delle difficoltà al parto, grazie al metodo Tomatis, si può somministrare al neonato la voce della propria madre come la sentiva in utero in modo da completare, stimolare, “risvegliare” tutte le sue potenzialità, cercando di recuperare uno sviluppo ed una crescita armonici.
In estrema sintesi, la Rieducazione Sonico – Vibrazionale secondo il metodo Tomatis consiste nell’ascolto di musica o, come detto, della voce materna come la si sentiva in utero, attraverso una cuffia. La fonte sonora arriva al piccolo o all’adulto dopo essere stata modificata “dall’Orecchio Elettronico”, in questo modo si vanno a risvegliare le potenzialità d’ascolto e a recuperare le funzioni “addormentate”, danneggiate o non utilizzate al meglio.
Per ulteriori approfondimenti: www.tomatismodena.it e www.listeningcentre.com.
a cura della Dott.ssa Chiara Piccinini
[note] Dott.ssa Chiara Piccinini, Medico chirurgo – biologo – Audio – Psico – Fonologia
cellulare 339/1103881 [/note]