dislessia

La dislessia evolutiva e il ruolo del logopedista

Numerosi sono i genitori che si rivolgono a noi logopedisti per comprendere quali sono le reali difficoltà del proprio bambino e soprattutto perché non è in grado di leggere come tutti i suoi compagni di classe.

La Dislessia Evolutiva rientra nei disturbi specifici dell’ apprendimento (DSA) e si tratta di una sindrome che ostacola l’acquisizione della capacità di lettura in bambini di normale intelligenza e privi di deficit sensoriali.

Si manifesta durante le classi primarie, con lettura scorretta, insicura o troppo rapida ma ricca di errori.

Non si può parlare comunque di dislessia prima dei 7-7 anni e mezzo, dato che prima di quest’età, la stessa tipologia di errori risultano frequenti e normali.

Per errori nella lettura intendo principalmente confusioni di grafemi (lettere) la cui corrispondenza fonetica (suono) è vicina o la cui forma è simile (p-q,d-b), inversioni, omissioni, aggiunte o sostituzioni.

E’ spesso associata a disortografia.

I bambini in età prescolare con disturbi specifici o ritardo del linguaggio, quasi sicuramente col tempo presenteranno anche dislessia.

Consolerò molti genitori dicendo che Albert Einstein, A.Hopkins, I.Newton, J.Kennedy, Leonardo da Vinci, Picasso, Tom Cruise, Walt Disney e tanti altri hanno sofferto in età scolare di dislessia.

D’altro canto, dalla dislessia non si “guarisce”.

Nei bimbi dislessici il trattamento logopedico è necessario per sviluppare la consapevolezza fonologica e metafonologica, lavorando sulla discriminazione uditiva/visiva, sulla memoria uditiva/visiva, sull’analisi delle parole, sull’impostazione e la comprensione della lettura e del testo.

In più, la riabilitazione logopedica  vuole ridurre le difficoltà quotidiane nella vita del bambino, offrendogli tecniche e strumenti compensatori (prevalentemente informatici), rendendolo il più possibile autonomo, bypassando il problema specifico di lettura.

Il riconoscimento di tale disturbo, sebbene complicato, spetta agli insegnanti, con la responsabilità e il dovere di segnalarlo immediatamente alla famiglia.

E’ possibile così adottare il giusto provvedimento. Per il momento  non è previsto l’appoggio di una figura di sostegno per bambini dislessici, si realizzano interventi didattici personalizzati, in stretta collaborazione con insegnanti, genitori e logopedisti, con un monitoraggio continuo e globale sull’istruzione e lo sviluppo psico-sociale del bambino.

Contemporaneamente, è importante non far nutrire al bambino sensi di colpa o perdita di fiducia in se stesso, evitando sollecitazioni crudeli e inutili, che determinerebbero alterazioni caratteriali del bambino stesso quali rifiuto scolastico, inibizione, aggressività, ma ponendolo in una condizione di serenità, benessere e in un clima familiare-affettivo favorevole.

a cura di Valeria Pacchioni

 

Dott.ssa Valeria Pacchioni, laureata in Logoterapia alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

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